Una volta i maniaci arrivavano in orario.
Nuova puntata del podcast.
Das Böse Büro
Nuova puntata del podcast.
Ho deciso, tra le altre cose, di riprovarci col formato podcast.
Vedo su tutti i giornali la notizia che siccome sono stati dati dei codici che servono a rendere tassabili i servizi sessuali, allora lo stato avrebbe “regolarizzato” la prostituzione. Vivo in un paese dove e' stata “regolarizzata”, e onestamente non mi sembra di vedere niente del genere in Italia, e anzi, ci vedo due cose. La prima e' che serviva qualcosa per non scrivere che l'economia italiana e' in caduta libera, quindi mi meraviglio che non abbiano messo in prima pagina qualche transessuale che vince in qualche sport femminile di cui non e' mai fregato un cazzo a nessuno prima.
Adesso che l' Europa sta cercando di reagire ai dazi di Trump, che vanno in altalena – si chiama “caciara” in Italia (curiosa trasposizione del germanico “Quatsch”, che significa chiacchiere senza senso, confusione verbale, insomma, caciara) – salta fuori puntuale una tassazione sulle grandi del big tech americano, e si torna alla vexata quaestio “si, ma come”?
Siccome diverse persone mi hanno chiesto di mettere i miei libri fuori da Amazon, in modo da poterli scaricare usando un Kobo, o altri lettori, ho deciso che la maniera migliore era di mettere gli ebook su Lulu. Quindi, se avete un lettore non-kindle, o se non volete l'edizione cartacea (che lasciero' su Amazon) ecco il link alla mia pagina da autore su Lulu
Dopo aver parlato di dazzi (accento romagnolo rigorosamente attivato), per pura coerenza tocca ai controdazzi. Perché, diciamocelo, l’Italia ha un talento innato per trasformare qualsiasi scontro in una guerra tra fazioni. Da una parte i calabraghe, dall’altra gli eroi da divano. E no, non ho particolari simpatie per nessuno dei due. Il primo gruppo è specializzato nell’arte millenaria dell’alzare le spalle e mormorare “eh vabbè”, mentre il secondo si dedica con zelo olimpico all’attivismo da tastiera, conditi da proclami infuocati e rivoluzioni rigorosamente organizzate senza alzarsi dal cuscino. E quindi, parliamo di controdazzi. Perché se c’è una cosa che questo paese sa fare bene, oltre a dividersi su tutto, è trovare il modo di rendere ogni discussione più grottesca del dovuto.
Scrivere fantascienza è un gioco di equilibri: devi essere più rigoroso della realtà, mentre il mondo reale può permettersi ogni assurdità. Nel costruire l'ucronia di Edelweiss, mi sono scontrato con un problema concreto: come dare un esercito a un'Europa unita, quando la storia ci mostra che persino oggi, nel 2024, le diffidenze nazionali sopravvivono a ogni trattato? La soluzione è arrivata da un paradosso: non una nazione, ma un partito.
Colgo l'occasione per elevarmi momentaneamente da questa valle di lacrime – fatta di dazi insidiosi, politica grottesca e birra irresistibilmente speziata – per annunciare l’uscita della Trilogia dell’Edelweiss. Come suggerisce il nome, si tratta di un’opera in tre volumi, nata da un’intuizione che inizialmente pareva persino folle, ma che ho poi coltivato con tenacia, lasciandola espandere in direzioni inattese. Quello che era un semplice germoglio si è trasformato in un labirinto narrativo, dove ogni svolta rivela nuovi strati di significato.
Sui giornali imperversa il solito refrain sui dazi, ma con mia grande sorpresa, nessuno sembra voler collegare due elementi cruciali – deliberatamente ignorati dalla casta degli economisti. Mi riferisco al nesso ineludibile tra il ruolo del dollaro come valuta globale e l’imposizione dei dazi stessi, un legame molto più profondo e significativo di quanto i paladini dell’ortodossia finanziaria vogliano ammettere.
Ed eccoci di nuovo qui. Una studentessa sgozzata da un ossessivo che la perseguitava, dopo averne respinto le attenzioni. Il copione, purtroppo noto, del femminicidio. E, come prevedibile, irrompono le solite pasionarie a pontificare sulla necessità di “insegnare ai maschi a gestire un rifiuto”, come se la radice del male risiedesse unicamente in quel “no” pronunciato dalla vittima. Curiosa argomentazione, che tradisce però un vizio di fondo: l’incapacità di analizzare il fenomeno osservandolo nella sua interezza, preferendo invece la comoda scorciatoia dell’ideologia.